domenica 12 ottobre 2025

Passeggiata al Faro

 Così racconta Norman Douglas, in Isole d'estate, la sua passeggiata al Faro della Guardia quando, nel 1908 visitò Ponza:

"Visitando l'isola non bisogna trascurare la passeggiata al Nuovo Faro (effettuandola possibilmente di pomeriggio, quando c'è un pò d'ombra).
La torre si trova appollaiata su una guglia rocciosa, all'estrema punta meridionale di Ponza, ed il sentiero per arrivarci inizia inerpicandosi sulla collina che è alle spalle del paese.
Ecco distendersi l'intera isola ai nostri piedi: la sagoma circolare del porto ( un cratere vulcanico estinto), e sullo sfondo una serie di colline ove spicca, simile ad una miriade di puntini bianchi, la moltitudine di bianchi casolari.
Proseguendo il cammino s'incontra ben presto una biforcazione: un ramo ripidamente in salita si dirige verso Monte Guardia, la più alta cima di Ponza che ospita un semaforo ed una stazione radio.
L'altro ramo invece passa sotto quelle balze color pece e, dopo aver traversato gallerie e superati taglienti spigoli rocciosi, s'inerpica fino a giungere ad uno spiazzo artificiale sul quale, all'estrema punta del promontorio, s'erge la torre del faro.
Resta un enigma come i ponzesi siano riusciti a portarla fin lì.
Indubbiamente questa strada costituisce un brillante lavoretto ingegneristico:
non stupisce che abbia richiesto in sacrificio d'un certo numero di vite umane.
La roccia del promontorio è semplice trachite, ma ciò non impedisce che-  veduta dal mare, alla prima luce del mattino- l'intera montagna appaia carica di riflessi rosati così intensi da sembrare finti, come prodotti da un sogno. 
Questo è l'incanto di Ponza."

Foto di Rossano Di Loreto, settembre 2025








venerdì 10 ottobre 2025

Enrico a Chiaia di Luna

 Molti arrivano in vacanza a Ponza credendo di potersi bagnare nelle splendide acque di Chiaia di Luna e restano profondamente delusi quando apprendono che è interdetta già da diversi anni.

Chiaia di Luna, una spiaggia bellissima ma inaccessibile per il pericolo di frane che purtroppo ha causato, negli anni, anche qualche vittima.
Sono anni che si parla di come metterla in sicurezza ma finora non sono bastate le reti per renderla fruibile, ci vuole qualcosa di più.
Non ci resta intanto che ammirarla dal piazzale sovrastante.
Però quanta emozione si provava uscendo dal tunnel romano., vedere la falesia di Chiaia, la spiaggia, roba da togliere il fiato.
C'erano diverse attività su quella spiaggia, persone che l'amavano svisceratamente, alcune non ci sono più come Enrico Migliaccio
Nel  libro di Francesco De Luca, "Frammenti di Umanità", ho trovato un brano in cui ricorda Enrico, il caro "Enricuccio", che ci ha lasciato il cuore a Chiaia di Luna.
Così scrive Francesco De Luca: 
".....che lì Enrico offriva la pezzetta imbevuta d'olio ai forestieri che s'erano inzaccherati di pece. Udranno come una favola che il buon Enrico, negli anni della pensione, si dedicava agli svaghi proprio in una grotta accanto all'arco d'accesso alla spiaggia. Trascorreva il tempo lavorando il legno che il mare gli regalava. In estate però non era possibile concentrarsi su nulla, distratto e attratto dalle frotte di turisti che si recavano al bagno a Chiaiadiluna, dato che è spiaggia accessibile a piedi.
Nell'andarsene però lamentavano d'essersi sporcati di pece, presa camminando fra le pietruzze. Questo disagio dei turisti Enrico non lo tollerò, e ancor più le loro maldicenze. Invitava, chi volesse, a detergere le macchie nere con una pezzetta imbevuta di olio.
 Sorridente il viso, cordiale l'invito, augurale il saluto.
Un signore, Enrico!"

Che dire, un bel ricordo di Enrico.


Chiaia di Luna (Foto di Rossano Di Loreto)



Chiaia di Luna  (Foto di Annalisa Sogliuzzo)


Chiaia di Luna com'era


Enrico è davanti alla sua grotta con un gruppo di studenti e biologi di una Università tedesca che stavano svolgendo una ricerca scientifica nel mare di Chiaia di Luna. Il periodo è primi anni 80. (Per gentile concessione di Salvatore Migliaccio, il figlio)

mercoledì 8 ottobre 2025

Il centro storico di Ponza e il Disegnatore di Lune

 La mia anima... è Ponza..

Il centro storico

Ponza possiamo ammirarla non solo attraverso le foto ma anche con i disegni, i dipinti.

©®IL DISEGNATORE DI LUNE
Gianluca Campoli





lunedì 6 ottobre 2025

Il giglio di Santa Candida

Il giglio di Santa Candida è un' Amaryllis ed è di colore rosa. 

Il suo nome comune, giglio di Santa Candida, è legato ad un'usanza dell'isola di Ponza in cui si dà un soprannome al  fiore che fiorisce nel periodo in cui si festeggia un Santo.

Questo fiore sboccia verso la fine dell'estate proprio  nel periodo in cui si festeggia Santa Candida, il 20 settembre, che è la patrona dell'isola di Ventotene, nell'Arcipelago Ponziano.

La stessa cosa come per il giglio di Sant'Antonio o per il garofano di San Silverio.


Giglio di Santa Candida all'isola di Ponza (Foto di Lella Iacono, mia sorella)


Giglio di Santa Candida (Immagine reperita in rete)


La statua di Santa Candida nella chiesa di Ventotene

domenica 5 ottobre 2025

Artèteche

 Poco tempo fa in una trasmissione televisiva dedicata al Cilento, zona in cui si parla il dialetto campano, è spuntata la parola artèteche. 

Questa parola mi ha incuriosita e mi sono messa a cercarla nel libro di Ernesto Prudente "ALFAZETA - voci del dialetto ponziano" e l'ho trovata.

Artèteche nel dialetto ponzese significa vivacità, irrequietezza, smaniosità, instabilità, argento vivo, caratteristiche dei ragazzini. 

" Gesù stu uaglione tene artèteche" era la frase che parlando di me, si diceva a mia madre, così scrive Ernesto Prudente.

Probabilmente u uaglione (il ragazzo) Ernesto era molto vivace, aveva l'argiento vivo ncuollo (l'argento vivo addosso).


Il piccolo Ernesto Prudente a destra, con Giannino Conte, 1941, in divisa da collegiale


Sulla Dragonara dove Ernesto giocava (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

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